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Choon Choi

 




Biografia

Choon Choi è un architetto e accademico sudcoreano, nato nel 1971, rinomato per il suo lavoro nel campo del riutilizzo adattivo delle strutture e per il suo impegno nella preservazione del patrimonio culturale attraverso un'architettura innovativa. Professore associato presso il Dipartimento di Architettura e Ingegneria Architettonica dell'Università Nazionale di Seoul, dirige il Laboratorio per la Cultura dell'Architettura (LAC), un centro di ricerca interdisciplinare
che esplora il contesto storico e culturale dell'architettura contemporanea in Corea.  Choon è stato curatore della Biennale di architettura e urbanistica di Seoul (2021) e del padiglione coreano alla Biennale di Venezia (2018). La sua carriera accademica è iniziata alla Parsons School of Design e alla Columbia GSAPP di New York. In Corea, ha insegnato alla Konkuk University e alla Korea University prima di entrare a far parte del Dipartimento di architettura della SNU nel 2013. Tra le opere più significative di Choi si trovano il Kkummaru al Parco dei Bambini di Seoul, il Maeil Innovation Center e la Sangha Farm. Il suo studio, Choon Choi Architects, è inoltre noto per le collaborazioni con prestigiose istituzioni culturali come la Biennale di Gwangju e l'Asian Culture Center. Ha anche co-curato il Padiglione Coreano alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2018, dove ha esplorato temi legati all'avanguardia e all’identità architettonica coreana. Progetti come La Cucina a Seul riflettono il suo approccio distintivo, che fonde estetica moderna e tradizione artigianale coreana, per creare edifici in armonia con il contesto urbano e culturale circostante. Choi è considerato una figura di spicco nel panorama architettonico sudcoreano, grazie alla sua capacità di coniugare profondità storica e sensibilità culturale nei suoi progetti.

Il riutilizzo adattivo in Choon Choi

L'area di ricerca principale di Choon è il riutilizzo adattivo del patrimonio architettonico, esaminando i valori sociali e culturali degli edifici ordinari .Il riutilizzo adattivo è una componente essenziale del lavoro di Choon Choi, il quale integra il patrimonio culturale e il contesto storico nei suoi progetti. Nei suoi progetti con Choon Choi Architects, Choi esplora la possibilità di trasformare edifici esistenti, mantenendo elementi dell’architettura originale e reinterpretandoli per nuovi scopi. Un esempio di questa filosofia è il Maeil Innovation Center, un edificio riqualificato per ospitare spazi innovativi e multifunzionali in un contesto che rispetta le radici storiche della struttura originale.

Choi si concentra spesso su interventi che non stravolgono l'essenza estetica dell'edificio, ma lo rendono compatibile con le esigenze moderne. In progetti come Kkummaru nel Parco dei Bambini di Seul, Choi usa materiali e tecniche che rispettano il contesto naturale e culturale, trasformando l’edificio in un luogo di incontro che mantiene un legame profondo con il paesaggio e la comunità. La sua partecipazione al Padiglione Coreano alla Biennale di Venezia nel 2018 ha ulteriormente messo in evidenza la sua attenzione al dialogo tra passato e presente. Qui ha co-curato un’esposizione incentrata sull’avanguardia coreana e sullo Stato, mostrando come il patrimonio architettonico possa essere reinterpretato per dialogare con il pubblico globale e contemporaneo​.


 

La Cucina di Choon Choi 

La Cucina di Choon Choi, ufficialmente nota come La Cucina / Myeongborang, è un progetto distintivo situato sulla collina di Namsan a Seoul, noto per la sua integrazione con l'ambiente e il rispetto per la tradizione artigianale coreana. Il design di Choi mira a creare un dialogo tra modernità e patrimonio culturale: l’edificio ospita sia un ristorante di lusso sia una boutique di gioielli, fondendo l'eredità del marchio Myeongborang, che dal 1975 promuove l'artigianato locale, con l'eleganza contemporanea di La Cucina. L'edificio è caratterizzato da una facciata di alluminio e vetro, dove l’uso di tonalità argento e oro champagne evoca la dualità delle due attività commerciali ospitate. L’esterno presenta superfici riflettenti e moduli ondulati, creando un effetto ottico che sembra "dissolvere" la struttura nel paesaggio circostante. Questo design rende La Cucina un "punto di osservazione" che incornicia vedute panoramiche di Seoul, trasformando l'edificio in un'opera d'arte che invita alla contemplazione della città piuttosto che cercare attenzione con forme imponenti. Choi ha scelto materiali come il metallo e il vetro per creare una sintonia tra trasparenza e intimità, con una progettazione accurata che permette al ristorante di risplendere come una "stella" nella notte di Seoul. L'opera riflette pienamente la filosofia di Choi, che si basa sul concetto di adattamento al contesto e sul rispetto della cultura locale, dimostrando la sua capacità di fondere innovazione e tradizione.




Biennale Architettura di Venezia del 2018

Choon Choi fece anche parte del team tecnico del Padiglione Coreano alla Biennale di Venezia 2018, curato da Hyunjin Kim e intitolato "History Failed Us, but No Matter", con la partecipazione di artisti come Hwayeon Nam, Siren Eun Young Jung e Jane Jin Kaisen. Il tema affrontava questioni storiche e identitarie, in particolare il dialogo tra l’Occidente e la cultura orientale, e rifletteva sulle strutture di potere e sull’eredità del passato coloniale, rappresentata dai Giardini della Biennale come luogo simbolico di esposizione artistica internazionale.

Il Padiglione Coreano, situato su una collina tra i padiglioni giapponese e tedesco, comprendeva un edificio in mattoni degli anni '30. Choi e il suo team decisero di conservarne la struttura esistente, rispettando gli elementi naturali e culturali del sito. L'architettura del padiglione si basava su un approccio alla "memoria", con l’obiettivo di creare una continuità tra passato e presente. La narrazione architettonica si sviluppò a partire dalle storie intrinseche nelle strutture, superando l'aspetto estetico per valorizzare il significato culturale e collettivo.


Mostra di Choon Choi “Architecture Human Rights” ex Gil di Trastevere

La mostra "Architecture Human Rights" di Choon Choi, organizzata presso l'ex GIL di Trastevere a Roma, affronta i temi dei diritti umani e dell'architettura come strumenti di cambiamento sociale e inclusione. Questo evento esplora come lo spazio costruito possa riflettere e rispettare le condizioni di vita umana, un tema centrale per Choi, noto per il suo lavoro nel riuso adattivo e la conservazione del patrimonio culturale.
L'ex GIL (Gioventù Italiana del Littorio), progettata negli anni '30 dall'architetto razionalista Luigi Moretti, si presta particolarmente a una descrizione sull'eredità storica e le funzioni sociali degli edifici, essendo originariamente uno spazio multifunzionale per attività sportive e culturali . La struttura conserva elementi iconici del razionalismo italiano, come la torre rivestita in travertino e la planimetria aperta, che offre prospettive dinamiche tra spazi interni ed esterni​. Choon Choi utilizza questo contesto architettonico per indagare il ruolo della memoria collettiva e come gli edifici possano diventare simboli di resilienza e cambiamento sociale. La mostra mira a sensibilizzare i visitatori sul potenziale dell'architettura per affrontare questioni di giustizia e dignità umana, riflettendo sulle condizioni storiche dell'edificio e sulle nuove prospettive che può offrire per il futuro.

Domanda

Qual è stata una delle sfide più grandi che ha affrontato nella sua carriera? Come è riuscito a superarla e cosa ha imparato da quell'esperienza?

What was one of the biggest challenges you faced in your career? How did you overcome it and what did you learn from that experience?

Lei è noto per l'approccio di riuso adattivo e rigenerazione urbana. Quali sono le sfide principali che affronta quando lavora su edifici preesistenti?

You are very imprtant for the reuse and for the urban regeneration. What are the main challenges that you have when working on existing building?

Enrica D'Addezio, Alessandro Cristoferi 


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